La tegola sul tetto

Che effetto fa quando una tegola cade sulla testa? Deve fare un gran male, su questo non ci piove. Ecco ci sono dei momenti in cui la tegola ti casca sul capoccione quando tu non ti eri nemmeno reso conto che si era staccata dal tetto.
Proprio una settimana fa, mentre stavo lavorando mi arriva una telefonata, una di quelle che non si vorrebbero mai ricevere. Nell’arco di due minuti ho scoperto che un mio amico è mancato e che da un anno soffriva di un tumore (detesto chiamarlo “male” o non chiamarlo affatto, questi rifiuti li lascio a chi non è capace di accettare che, purtroppo, questa cosa esiste e che una volta che ti nasce dentro è una lotta o lui o tu). Ecco, solitamente, quando ci viene data una notizia così, il nostro cervello fatica a connettere, forse che anche i neuroni hanno il rifiuto per certe cose. Quando ho realizzato le gambe mi hanno ceduto e per fortuna che avevo qualcosa a cui appoggiarmi.
Giro di telefonate ad avvertire gli amici che per distanza geografica o altro non possono saperlo e poi…poi il vuoto. Il vuoto di chi non si vuole rendere conto, il vuoto di chi ha perso i contatti da anni e accumula il senso di colpa, perchè non sapeva e avrebbe voluto fare qualcosa (razionalmente, poi, ci si chiede cosa) e al di là del rimorso, si afferra il ricordo.
Ora, caro amico, tu non eri un gran chiacchierone, però ogni volta che penso a te, vedo sempre il sorriso che avevi. Ricordo le spiaggiate di sera, la musica della chitarra e noi tutti che cantavamo “Il Pescatore” di De André…eri stonato da far paura, ma ricordo anche che, stonati o meno, ci eravamo pure beccati degli applausi dai passanti. Le grigliate a Statale, il giorno di San Lorenzo, tutti distesi sul prato a guardare in alto per vedere passare una stella. Ricordo la tua festa di laurea, il tuo traguardo meritato: ebbene sì, disdegnare di giocare a pallavolo sulla battigia con i tuoi amici per stare sui libri ha dato i suoi frutti. Sì ci siamo persi di vista per tanto tempo e solo due anni fa ci siamo reincontrati, ma non sei mai cambiato. Di nuovo mi sono allontanata e poi, la tegola sul tetto. Almeno, mi dico, l’ultimo saluto sono riuscita a dartelo, sono riuscita a colmare il vuoto con le lacrime e con la certezza che si vive per quei momenti sereni che abbiamo potuto condividere.
Assieme alle lacrime, con te, scivola via un’altra goccia di quell’adolescenza che ricordo con la nostalgica consapevolezza che quei momenti non torneranno più.

(Gli anni )

Lascia un commento

Archiviato in Sfoghi

Lascia un commento